La Regione Sardegna si costituirà parte civile nell'eventuale processo sul caso dei vaccini contro la lingua blu che avrebbero causato la diffusione del virus anziché prevenirlo e che vede un'inchiesta della procura di Roma con 41 indagati.

Lo ha annunciato l'assessore regionale all'Agricoltura, Elisabetta Falchi, che porterà la richiesta in giunta assicurando che in caso di un rinvio a giudizio "la Regione starà con più forza di prima dalla parte dei pastori, della parte offesa, di chi in questi anni ha visto decimate o sterminate le proprie greggi".

"In passato, contro l'epidemia, si e' sempre agito in maniera estemporanea, comprando medicinali spesso con procedure d'urgenza e senza avere il tempo di testarli in loco", ha sottolineato l'esponente della Giunta Pigliaru che propone "un cambio di rotta radicale che parta dal mettere a sistema le Agenzie agricole, il settore sanitario e veterinario per un monitoraggio costante sui territori".

"Un lavoro che, se attivato per tempo, può permettere di riconoscere i sierotipi del virus e far testare in greggi campione i vaccini - ha spiegato Falchi -. Asl, Ara (Associazione regionale allevatori), Agris, Istituto zooprofilattico e gli altri attori del settore devono comunicare bene tra loro per mettere in moto azioni di coordinamento e governance, che in passato sono spesso state assenti".

Per valorizzare le tante eccellenze presenti in Sardegna, l'assessore ha proposto di coinvolgere nella ricerca e nella produzione di questi vaccini le università regionali: "Spendiamo tanti soldi e dobbiamo impedire che accadano queste cose portando la nostra isola all'avanguardia nella ricerca e nella cura. Siamo fra i primi che vengono colpiti dai virus che arrivano dall'Africa e perché non dobbiamo essere i primi a studiarli e a proporre al resto dell'Europa gli antidoti?"