Il codice doganale può essere modificato per l'istituzione della zona franca della Sardegna e la Commissione Europea non porrà alcun ostacolo. Occorre la comunicazione da parte dello Stato nazionale. Durante il confronto svolto ieri a Roma presso la sede della Commissione Europea, tra il presidente Cappellacci, il vicepresidente della Commissione Tajani e i rappresentanti dei movimenti Francesco Scifo, Maria Rosaria Randaccio e Andrea Impera è stata ribadita l'idoneità e la legittimità del percorso avviato dalla Regione a raggiungere l'obiettivo della zona franca della Sardegna.

"Abbiamo ricevuto la conferma - ha dichiarato il presidente Cappellacci al termine dell'incontro, al quale ha partecipato anche l'onorevole Salvatore Cicu - che ora è lo Stato, al quale ci siamo già rivolti e con il quale abbiamo aperto un confronto sulla questione, a doversi pronunciare affinché L'Unione Europea possa compiere i passi conseguenti. Ribadiamo con determinazione - ha aggiunto Cappellacci - la nostra linea, che oggi risulta confermata e rinforzata. La zona franca - ha concluso il presidente della Regione - è una giusta compensazione degli svantaggi derivanti dalla condizione oggettiva di insularità, uno strumento che può portare dare slancio ad un'economia provata dalla crisi economica e da decenni di scelte miopi, e portare nuova impresa e nuova occupazione nella nostra isola".