“Questa è la battaglia di tutti i sardi”. Lo ha dichiarato il presidente Cappellacci intervenendo all’assemblea convocata insieme ai sindaci e ai movimenti dinanzi a Montecitorio. “Smettiamo di dividerci - ha aggiunto Cappellacci- dinanzi alle questioni cruciali per il futuro della nostra isola. Siamo qui - ha evidenziato - per chiedere l'apertura di un confronto con il governo nazionale sulle rivendicazioni, portate avanti dai movimenti, contenute nei documenti approvati da quasi 350 Comuni della nostra isola e che anche oggi abbiamo sintetizzato nella delibera approvata dalla Giunta.

In primo luogo, la revisione dell’art. 10 dello Statuto speciale affinché la Regione possa, senza gravare sul bilancio statale, istituire crediti di imposta, modificare le aliquote dei tributi erariali fino ad azzerarle, e concedere esenzioni, detrazioni, deduzioni, anche oltre i limiti stabiliti dallo Stato. In secondo l’immediata attuazione alle disposizioni del d.lgs. n.75/1998 che prevedono l’attivazione dei punti franchi. In terzo luogo, rivendichiamo il completamento in sede europea, con il sostegno dello Stato, delle procedure di modifica dell’art. 3 del codice doganale comunitario per collocare tutta la Regione al di fuori del territorio doganale della Comunità Europea e, conseguentemente, attivare in Sardegna la zona franca integrale doganale e fiscale.

Rivendichiamo inoltre l’attivazione in Sardegna del regime fiscale al consumo previsto dalla Legge 1 novembre 1973, n. 762. “Chiediamo quindi un riconoscimento che non può essere considerato un privilegio - ha aggiunto il presidente della Regione -, ma un vero e proprio diritto ed una misura compensativa degli svantaggi derivanti dalla oggettiva condizione di insularità. La Sardegna non chiede nuove forme di assistenzialismo, ma strumenti che permettano di rialzarci dalle macerie della crisi e di decenni di scelte sbagliate per creare vero sviluppo”.