Un film già visto; sempre la solita trama e il solito finale senza colpi di scena: l’Italia deve fronteggiare un nuovo evento calamitoso naturale. Nella tarda serata di sabato 2 agosto un temporale autorigenerante, in seno ad un vivace ed instabile flusso di aria umida sub tropicale, ha trovato condizioni termodinamiche e topografiche favorevoli all’innesco e alla staticità nella provincia di Treviso, più precisamente a Refrontolo.

Ingenti accumuli si sono scaricati in poche ore sul bacino idrografico del torrente Lienza provocandone l’esondazione. Tale evento è più conosciuto con il nome di Flash Flood, alluvione lampo, ormai sempre più frequente nel bacino del Mediterraneo. Si tratta di inondazione che si verifica a seguito di intense precipitazioni concentrate in un ristretto spazio temporale. Gli effetti più devastanti si registrano in bacini idrografici di piccole dimensioni (vedi le recenti alluvioni sarde, le alluvioni di Genova e levante ligure) nei quali l’enorme quantità di acqua scaricatasi a monte raggiunge in un tempo di corrivazione molto breve (tempo di percorrenza dal monte a valle) le aree a valle generando un impetuosa ed improvvisa onda di piena. Cosi è avvenuto durante la festa di paese nel trevigiano.

Gli eventi idro meteorologici estremi si sono sempre verificati nel nostro paese: testimonianze geologiche per gli eventi più remoti, fino alle documentazioni cartacee via via più approfondite con il passare degli anni ne sono una prova tangibile. Ma l’uomo spesso tende, volente o nolente, a dimenticare, a progettare strutture ed infrastrutture in aree che un tempo erano attraversate da corsi d’acqua, in aree ai piedi di versanti montuosi instabili, a canalizzare e deviare fiumi e, ancora peggio, a tombare corsi d’acqua per far crescere la città sopra; in sostanza a non prendersi cura dell’ambiente in cui vive. Gli ultimi eventi alluvionali verificatisi in Italia – cagliaritano 2008, Giampilieri 2009, Genova e levante ligure 2011, Gallura e nuorese 2013 - alla luce di dettagliate analisi ed ispezioni sul territorio pre e post evento dimostrano che l’evento precipitativo altro non è che la goccia che fa traboccare il vaso. La quantità di acqua che può cadere in queste occasioni eccezionali va ad interessare territori molto predisposti ad eventi alluvionali per via dell’inefficienza delle costruzioni e dell’incuria.

Il 66% dei comuni italiani è a rischio idrogeologico. Ciò significa che due comuni su tre sono soggetti a potenziali dissesti idrogeologici in occasioni di eventi idrometeorici intensi, come quello avvenuto lunedì in Sardegna. Dalle ultime analisi richieste dal ministro dell’ambiente, Orlando, si stima che siano necessari 11 miliardi di euro per mettere in sicurezza il territorio italiano. Nei 50 anni trascorsi dal 1963 al 2012 tutte le regioni italiane hanno subito eventi con vittime: le frane avvenute hanno prodotto 3.302 morti, 17 dispersi, 1.873 feriti mentre a causa delle inondazioni si contano 692 morti, 66 dispersi, 805 feriti. Per quanto riguarda il tasso di mortalità a causa di inondazioni nello stesso intervallo di tempo, il triste primato spetta alla Sardegna, con un valore più alto della media delle altre regioni italiane. Dal 1963 a oggi secondo l’Irpi-Cnr in Sardegna ci sono state 92 vittime (dispersi, deceduti e feriti): 50 a causa di fenomeni idrici e 42 geologici. E i valori hanno avuto una drastica impennata proprio a causa dell’ultima tragica alluvione.

Numeri allarmanti che devono far riflettere. Il primo passo? E’ necessario attuare una politica di prevenzione, sconosciuta in Italia, per l’attivazione dei cosiddetti interventi “non strutturali”(avvisi di allerta meteo, sorveglianza dei livelli di piena degli alvei, attivazione e movimentazione delle strutture di soccorso, chiusura al traffico di strade, evacuazione di  aree etc) mitigando notevolmente le perdite economiche e di vite umane e diffondere una migliore informazione meteo sia prima che durante l’evento. E’ inoltre necessario migliore la comunicazione meteo con la popolazione, spesso e volentieri “non istruita” in queste occasioni.

Per quanto riguarda la Sardegna, si conoscono e sono state studiate le condizioni sinottiche che sono poi causa di eventi precipitativi estremi a