Viale Traiano, quartiere Fuorigrotta di Napoli, è la notte tra il 4 e il 5 settembre quando una pattuglia di carabinieri individua uno scooter con a bordo tre giovani senza casco: parte l'inseguimento.

Dei tre ragazzi in fuga i carabinieri ne riconoscono subito uno, latitante dopo aver violato i domiciliari a febbraio, a un certo punto il motorino rallenta la corsa e la volante dei carabinieri lo urta facendo cadere a terra i tre passeggeri. Il latitante fugge a piedi, gli altri due vengono fermati dagli agenti, parte un colpo da una pistola di ordinanza e colpisce il 17enne Davide Bifolco uccidendolo.

Vana la corsa in ambulanza, il giovane 17enne muore poco dopo l'arrivo all'ospedale San Paolo.

Nel quartiere dove abitava Davide scoppia il finimondo, macchine dei carabinieri bruciate e danneggiate, proteste e accuse. "Ce lo hanno ammazzato" denuncia il fratello del giovane "Lo hanno speronato e poi sparato: questo è omicidio. Non si inventassero scuse".

Le dinamiche dell'incidente e della morte di Davide sono ancora tutte da chiarire, ma un'altra triste pagina di cronaca italiana è stata scritta a Napoli e a farne le spese, ancora, è stato un giovanissimo.