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I fatti della sera del 3 giugno a Torino rischiano di non rimanere isolati. La psicosi collettiva e un clima di terrore ingiustificato dilagano e rischiano di trasformare ogni evento pubblico, ogni viaggio collettivo in un incubo se è sufficiente una parola sussurata, un gesto repentino, una borsa dimenticata per gridare all'attentato.
Proprio nella serata di oggi 10 giugno è accaduto un altro fatto che la dice tutta su ciò che sta accadendo in Europa e nel mondo: l'aeroporto di Colonia, ha visto un atterraggio imprevisto a causa di una conversazione sospetta su un aereo della compagnia Easyjet, un Airbus A319, partito da Lubiana, in Slovenia, e diretto a Londra. La causa: un passeggero avrebbe sentito la parola "bomba" in cabina e avrebbe informato l'equipaggio durante il volo. Il pilota avrebbe optato per uno scalo a Colonia.
I 151 passeggeri sono stati costretti a lasciare il veivolo dopo l'atterraggio tramite gli scivoli di emergenza, come avrebbe confermato un portavoce dell'aeroporto. Tutti i passeggeri sono stati interrogati dalla polizia. Il giornale tedesco "Kölner Stadt Anzeiger", inoltre, avrebbe riportato la notizia che uno zaino abbandonato è stato fatto saltare in aria in via precauzionale, e sarebbero state fermate diverse persone.
A causa della operazione di polizia, sarebbero state interrotte tutte le operazioni di volo sullo scalo dalle 19 in poi. Sei aerei sarebbero stati “dirottati” dalla torre di controllo verso altri aeroporti e attualmente risultano ritardi in partenza.
Il traffico aereo è stato interrotto. Insomma per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, se è pur vero che non bisogna sottovalutare nessun rischio per la popolazione è anche evidente che questi episodi dimostrano che i protocolli di sicurezza adottati a livello nazionale nei singoli paesi e internazionali anche per quanto riguarda i trasporti, non si stiano dimostrando efficaci ed anzi rischiano di amplificare ingiustificatamente la psicosi collettiva che si sta diffondendo in modo incontrollato.