“È proprio vero che i tempi della Giustizia italiana sono anomali. Troppo veloci o troppo lenti, dipende. Per Mauro Pili i tempi sono stati così lunghi tanto da far portare a compimento il suo mandato nel Parlamento italiano e far maturare la prescrizione del reato”.

Lo si legge in una nota di Sardigna Libera, il movimento di Claudia Zuncheddu, che aggiunge: “L’accusa sarebbe di un’irruzione di cinque anni fa “in uno specchio d’acqua davanti alla base militare di Teulada”, meglio specificare, “in uno specchio d’acqua davanti alla base militare italiana a Teulada, in territorio sardo”.

“Se la prescrizione è sempre invocata dal presunto colpevole, è anche vero che questo non è il caso di Pili – aggiungono -. Lui, che scaduti i privilegi che lo Stato riserva ai parlamentari, seppur più vulnerabile di fronte alla Giustizia, non esulta per la prescrizione in arrivo tra un mese, anzi  rinuncia e chiede al Giudice il rito abbreviato a condizione che venga sottoposto ad interrogatorio”.   

“Lo “scomodo” Pili da tempo libero da impegni con partiti italiani, possiede documentazione sensibile sulle attività militari nei poligoni in Sardegna, documentazione che sarebbe un peccato non poter esibire sui tavoli del Tribunale – rimarcano da Sardigna Libera -. Da qui la sua rinuncia al godimento della prescrizione. È interessante anche il mistero sul destino dei 4000 missili al torio sparati nel poligono di Teulada, di cui solo 4 recuperati. Una questione sulla quale l’ex parlamentare sardo vorrebbe andare a fondo chiamando in causa la controparte: lo Stato italiano ed il suo operato militare in Sardegna”.

A loro modo di vedere “La scelta di Mauro Pili è comprensibile poiché il problema va ben oltre il procedimento giudiziario personale. Questa è un’occasione per iniziare a far chiarezza su responsabilità, anche sul fronte dell’inquinamento militare nei nostri territori, omesse ai sardi per troppo tempo. Al 4 ottobre è stato rinviato il processo a Pili, un processo che riguarda da vicino i sardi”.