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La secolare tradizione di Halloween è strettamente legata alla Sardegna, terra in cui storicamente, alla vigilia di Ognissanti, è consuetudine accompagnare l'avvenimento con riti e usanze tramandati di generazione in generazione. Numerose le somiglianze fra la festività anglossassone e quella nostrana, seppur nell'Isola la tendenza sia sempre stata quella di assecondare la tradizione sotto un aspetto più strettamente spirituale, legato alla fede e al credo cristiano-cattolico. Così, in Sardegna, il celebre Trick or treat ("Dolcetto o scherzetto") viene sostituito da usanze più o meno simili, che come scopo hanno effettivamente lo stesso.
NOMI E CREDENZE. In base alla zona dell'isola in cui si è cresciuti possono infatti cambiare i nomi, ma non le costumanze. Nei giorni scorsi vi avevamo parlato de Is Ganimede o Is Panixeddas nel sud dell'Isola; in Ogliastra, invece, il nome più diffuso è Su Prugadòriu (Il Purgatorio), mentre nel Nuorese può variare da Su Ene ‘e sas ànimas a Su mortu mortu. Ma ancora, in alcuni paesi esiste Peti Coccone, in altri Su pane 'e su tocu o ancora Su biddiu longu. Seppur il nome sia mutevole di territorio in territorio, la sostanza rimane quasi la stessa, tuttalpiù variabile in alcune sue sfaccettature dettate da influenze locali.
SU MORTU MORTU. Le definizioni sopra riportate sono le stesse che riprendono i bambini una volta giunti alla porta della casa in cui chiedono un'offerta, consistente principalmente in dolciumi, leccornie e frutta secca. Su mortu mortu, diffuso - come già detto - principalmente nelle località del Nuorese ma anche in alcune zone del territorio di Sassari, si rifà a una tradizione risalente a oltre 2mila anni, quindi pre-cristiana (solo successivamente influenzata dalle credenze religiose). I bambini suonano i campanelli delle case, e in risposta al consueto "Chi è?" urlano in coro "Su mortu mortu".
COMMEMORAZIONE DELLE ANIME. Gli adulti, un tempo, erano invece soliti raccogliersi a cena in ricordo dei loro cari defunti, per poi riunirsi intorno a un camino per rievocare fatti del passato o raccontare leggende della zona. Infine, la tavola rimaneva apparecchiata tutta la notte in onore delle anime, cosicché anche esse potessero nutrirsi. Proprio l'antica credenza secondo cui queste anime, una volta all'anno, tornano nelle case in cui hanno vissuto per banchettare, accomuna tutte le località isolane, che nella commemorazione di essa basano la riuscita delle proprie usanze.