Ai confini tra la Barbagia di Ollolai e il Mandrolisai, il paese di Ovodda sorge su un’area abitata fin dall’antichità più remota. Sono infatti numerose le testimonianze archeologiche quali menhir, tombe dei giganti, domus de janas che raccontano dell’utilizzo dell’area fin dal periodo prenuragico.

Un uso che non ebbe interruzioni anche in epoche successive, forse grazie al passaggio nel territorio ovoddese della via romana Caralibus Ulbiam che attraversava l’ intera Sardegna e che fu il motivo della creazione dell’ insediamento di Domusnovas.

Sono quindi diversi gli spunti archeologici che il territorio ovoddese offre al visitatore, tra i quali i più rilevanti sono il villaggio nuragico di Oseli, i menhir di Predas fittas, le rovine romane di Domusnovas e i ruderi del castello di Laddo.

Particolarmente ricco di attrattive è anche l’ambiente naturalistico del comune, posto alle pendici del monte Orohole, in prossimità del massiccio del Gennargentu, in un’area ancora incontaminata.

Le località di maggiore interesse sono Sa ?orrada, Su Ghirone e l’invaso artificiale di Cucchinadorza, creato nel 1964 nella valle del fiume Taloro per l’alimentazione di una centrale idroelettrica. Le attività economiche prevalenti sono l’allevamento e l’agricoltura, ma anche le attività artigianali, legate agli antichi saperi, stanno dando vita a numerose iniziative commerciali sfruttando in particolar modo la grande abilità della popolazione locale nella produzione di dolci e pani tipici.

 

Come nella maggior parte dei paese della Barbagia, anche ad Ovodda una delle feste più sentite è il carnevale, che si caratterizza per l’aspetto di trasgressiva contestazione del potere e dell’autorità costituita, sicuramente da ricollegare alle sollevazioni popolari del lungo periodo feudale.

L’apice di questi festeggiamenti si raggiunge il mercoledì delle Ceneri (Me?uris de lessia), quando un fantoccio, denominato Don Conte Forru, che simboleggia il potere religioso e politico, dopo essere stato accompagnato in processione per le vie del paese da persone col volto dipinto di nero che suonano, cantano, ballano e urlano dileggiandolo in ogni modo, viene poi bruciato su un rogo.

Altri importanti festeggiamenti si svolgono il 23 aprile in onore di San Giorgio, patrono del paese e il 29 di Giugno in onore di San Pietro, titolare della chiesetta campestre di San Pietro.