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“Il risultato elettorale in Sardegna sostanzialmente, ad eccezione di qualche formazione politica, rispecchia lo scenario italiano. Benché in tutta l’Isola si registri il primato dell’astensionismo rispetto alle altre regioni. Probabilmente i sardi hanno capito che in questi ultimi decenni i nostri interessi non sono stati degnamente rappresentati in Europa”.
A dirlo, in una nota, è Claudia Zuncheddu di Sardigna Libera che aggiunge: “Per onore di cronaca sono tre gli onorevoli uscenti dal parlamento europeo: uno di centro destra, uno di centro sinistra ed uno del M5S. Nell’arco della Legislatura tutti si sono distinti per la loro totale assenza e distanza dai problemi dell’Isola. Sicuramente per noi è penalizzante l’accorpamento della Sardegna alla Sicilia, se non altro per i rapporti numerici a noi sfavorevoli, ma non è questa la sola causa della mancata rappresentanza”.
“È universalmente riconosciuto – aggiunge Zuncheddu – che la minoranza etnico-linguistica più numerosa all’interno dello Stato italiano è quella sarda. Fin quando noi non faremo valere anche in termini giuridico-elettorale questa nostra conclamata diversità ed essere riconosciuti di fatto “minoranza linguistica”, non potremo percorrere quella strada che altre minoranze linguistiche ben più piccole, come ad esempio quella Sudtiroler Volkspartei e valdostana, hanno intrapreso riuscendo ad esprime autonomamente rappresentanti che rendono conto del proprio operato direttamente ai propri elettori”.
“È anomalo – rimarca – che in Sardegna nessuna forza politica democratica ed autonomista non abbia pensato a ciò. Eppure questo dibattito è già da tempo portato avanti da forze identitarie, autenticamente sardiste ed indipendentiste”.
“Se ciò non è stato fatto – conclude Zuncheddu – è solo perché la classe politica sarda, poco autonoma e sempre pronta a salire sul carro del vincitore, persiste nel difendere gli interessi dei dominatori e non quelli della propria Nazione e della propria Terra”.