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"Altro che disgrazia, altro che fatalità. Tre arresti per la strage della funivia Stresa-Mottarone, l’accusa è di aver volontariamente disattivato il freno per motivi economici. Se fosse vero, non esisterebbe pena al mondo per punire tanta avidità e cattiveria". Lo scrive su Twitter Matteo Salvini che commenta la notizia delle tre persone della società che gestisce l’impianto della funivia del Mottarone fermate dalla procura di Verbania.
Contro i tre fermati c’è un quadro "fortemente indiziario", afferma il procuratore capo di Verbania, a capo dell’inchiesta sulla tragedia, che ha disposto il carcere per il gestore dell’impianto della funivia del Mottarone, un ingegnere e un capo del servizio dell’impianto "persone che avevano un ruolo giuridico ed economico, cioè prendevano decisioni.
“I tre fermati erano consapevoli da settimane del guasto al sistema frenante di sicurezza”, afferma il procuratore capo.
Con il gestore dell’impianto della funivia del Mottarone, un ingegnere e un capo del servizio attualmente in stato di fermo c’è stato un "confronto di carattere tecnico. Si sono ‘giustificati’" rispetto alle consapevoli anomali del sistema frenante dell’impianto "per superare le difficoltà economiche ed evitare che si fermasse a lungo". Così si è preferito "disinnescare" sulla cabina precipitata il sistema frenante di sicurezza, dice il procuratore Bossi.
"Abbiamo potuto accertare dai reperti analizzati in questi due giorni e in particolare dall’analisi dei reperti fotografici che la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso, cioè non era stato rimosso o meglio era stato apposto il forchettone che tiene distante le ganasce dei freni che dovrebbe dovuto bloccare il cavo in caso di rottura del cavo" afferma ancora il procuratore di Verbania.
Tutti i dettagli nell’articolo: Funivia caduta sul Mottarone. Fermate tre persone: "Consapevoli da settimane del guasto"