PHOTO
Female patient with protective face mask looking at her arm while doctor in protective gloves is injecting flu vaccine
Dopo l'autorizzazione di Aifa e la circolare del ministero della Salute, il generale Francesco Figliuolo afferma che il nuovo richiamo di vaccino anti Covid avrà una platea "abbastanza estensiva". Intanto so creano due fronti fra gli esperti per un eventuale richiamo autunnale per tutti.
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è schierato a favore del no: “Non ci sono evidenze scientifiche che dicano che serve”, ha detto a L’Italia s’è Desta su Radio Cusano Campus, aggiungendo che “la copertura vaccinale sul contagio declina rapidamente” mentre “sulla copertura contro la malattia grave, il vaccino consente, dopo 3-4 mesi dal booster, una protezione del 90%”.
Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano, invece, un richiamo in autunno si farà secondo il target e la strategia antinfluenzale: “Il vaccino aggiornato risulta già predisposto – dice l’esperto a Il Fatto Quotidiano – alcune aziende hanno detto che servono 100 giorni per averlo disponibile. Parlerei, più che di quarta dose, di un richiamo vaccinale che come per l’antitetanica usa sempre lo stesso farmaco”.
Il vaccino che abbiamo “ha una cross reattività quindi l’efficacia c’è: un 63% di evitare l’infezione e un 93% di evitare le forme gravi. E come abbiamo visto da esperienze su altri vaccini – conclude il medico – il fatto di fare una somministrazione meno ravvicinata potrebbe dare una risposta immunitaria più che buona”.
A parere dell’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, “con l’avvio della stagione fredda, una dose di opportuno richiamo anti-Covid vada prevista, al pari di quanto già da anni puntualmente si reitera per la prevenzione vaccinale della sempre nuova stagione influenzale”.
“Sì alla quarta dose ma solo ai più fragili perché è la fascia di popolazione più delicata e che va protetta, mentre credo sia troppo presto per programmare questo richiamo per tutti”, evidenzia Claudio Mastroianni, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e ordinario di Malattie infettive all’Università Sapienza di Roma. “Presto avremo anche un nuovo monoclonale da usare in fase preventiva, come profilassi, proprio per i più fragili e per chi non risponde al vaccino anti-Covid”, aggiunge Mastroianni.
Contrario alla quarta dose anche Massimo Galli, direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Miliano: “Se fatta con i prodotti disponibili, vista anche la situazione epidemiologica, con numerosi vaccinati e una quantità importante di persone guarite da Omicron, non avrebbe senso se non in una chiava medica: in alcune categorie particolari di popolazione, ovvero negli immunodepressi e nei grandi anziani in cui può essere sospettata una insufficiente risposta alle precedenti dosi”, dice, invitando a valutare anche un’altra possibilità, “costituita dalla somministrazione di alcuni anticorpi monoclonali a fini preventivi in quelle persone che non sono in grado di rispondere al vaccino”.