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“Imprese di Stato che fanno carotaggi e analisi geologiche, cessioni e acquisti sospetti di terreni e immobili. Società del ministero dello sviluppo economico che millantano bonifiche ma non hanno stanziato un solo euro. Ottana è al centro dei grandi movimenti del sottobosco nucleare che da tempo punta al grande affare del deposito unico di scorie nucleari. Nessuna smentita dal ministero dello sviluppo economico dopo la denuncia 4 giorni fa in parlamento”.
Lo ha detto stamane il deputato sardo di Unidos Mauro Pili, componente della commissione ambiente della Camera, in sopralluogo alla zona industriale di Ottana.
“E’ sintomatico del fatto che la fuga di notizie ha colto di sorpresa che stava lavorando in modo subdolo e silenzioso all’operazione. Si tratta di un piano congegnato con la desertificazione ulteriore della piana di Ottana, l’acquisizione di terreni da parte di società statali, l’avvio di progettazioni sottotraccia e poi il grande lancio per la reindustrializzazione in chiave nucleare”.
“Del resto - ha spiegato Pili - il ministero dello sviluppo economico ha scelto di operare su fronti apparentemente sottotraccia, a partire dalla partire dalle bonifiche. Non esiste nessuno stanziamento serio e concreto per Ottana e tantomeno sono state individuate le responsabilità oggettive e soggettive del disastro ambientale, sotterraneo e non solo. Eppure, nonostante la norma che chi inquina paga, il governo ha dato un mandato subdolo e criptato alla sua controllata Invitalia. Ma nel contempo non gli ha affidato risorse e tantomeno il compito di intervenire concretamente sulle bonifiche. L’appalto di cui sono state affidate le risorse, quasi 200.000 euro prevede indagini per la determinazione delle caratteristiche chimiche, fisiche e geotecniche dei terreni e delle acque di falda (80 sondaggi di cui 15 attrezzati a piezometro), e in una seconda fase indagini per la determinazione dei parametri utili, in una seconda fase, all'implementazione di una eventuale analisi di rischio sito-specifica (2° livello). A che titolo tutto questo sta avvenendo? Non è un caso che Invitalia sia una delle tre società del Ministero dello Sviluppo economico che lavora fianco a fianco con la SOGIN e con GSE”.
“Non è un caso – sostiene Pili - che il percorso scelto sia quello di un fondo senza fondi per la reindustrializzazione dell’area di Ottana finalizzato all’acquisizione di un compendio immobiliare di proprietà del Consorzio ASI e la realizzazione di interventi di sicurezza ambientale, antincendio e di infrastrutturazione generale”.
“Si tratta di un combinato disposto che sta lavorando sottotraccia e che sta facendo convergere elementi di analisi e progetti verso la Sogin, incaricata di realizzare il deposito di scorie nucleari. A tutto questo si aggiunge che imprese della vendor list di Sogin, 10/12 imprese massimo, che rientrano tra quelle titolate per realizzare determinate opere, stanno lavorando da meno di due mesi a stadi di progettazione del deposito unico di scorie nucleari nella piana di Ottana. E’ un incarico informale, simile a quello che veniva assegnato in occasione del G8 o di opere secretate. Un mandato sulla fiducia: cominciate a preparare i progetti, che faremo un appalto integrato, ovvero progettazione e realizzazione delle opere. Siccome il governo e Sogin non si vogliono esporre su troppi fronti, per il momento non diranno quale sarà il sito, non lo faranno sino alle prossime amministrative, ma solo dopo con gran parte delle scelte fatte sottobanco e preconfezionate”.
“In questa logica si inquadra l’incarico ad un’impresa romana, ma a questa ne sarebbero collegate altre di rilievo nazionale, che sta lavorando al piano di insediamento dell’opera sull’area della Sardegna centrale. Un’impresa con diramazioni e sedi anche in Sardegna che ha acquisito dati ed elementi sufficienti per predispo